domingo, 4 de marzo de 2012

Texto de Apoyo: NEORREALISMO ARQUITECTONICO




Col termine Neorealismo architettonico viene indicata una corrente architettonica del razionalismo italiano del secondo dopoguerra.

La tendenza può essere individuata come la prima reazione al Movimento Moderno in architettura, che si sviluppa in Italia, e si riallaccia al più ampio movimento culturale definito appunto Neorealismo, che aveva avuto il suo sviluppo negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale.

L'architettura inizia ad abbandonare il Neoclassicismo semplificato ed il Monumentalismo del ventennio fascista; nasce il Neorealismo architettonico, che prende forse spunto dalla stagione di grande valore che questa forma di espressione aveva già avuto nel Cinema; nell'architettura, infatti, il movimento è successivo a quello cinematografico.

La ricerca neorealista è incentrata su una nuova razionalità del costruire, che guarda al passato rivelando il tema sempre attuale, come diversi critici hanno individuato, (Zevi, Benevolo, Purini ecc.) di un complesso dell’architettura italiana nei confronti della sua tradizione e dell’identità che da essa ne deriva. Si vogliono ricreare le condizioni, l'ambiente, lo spazio architettonico, il modo di abitare, che nelle realizzazioni principali, che sono quelle pubbliche dell’INA-Casa, si riallacciano all’equilibrio della vita di borgo.

Gli architetti che hanno operato a Roma nei primi anni del dopoguerra, hanno cercato di evitare forme e immagini associabili al trascorso regime fascista, mettendo al bando riferimenti all'antica Roma, classicismi e neoclassicismi, ma anche il Futurismo e i linguaggi razionalisti più simili alle avanguardie europee». Questa spinta al rinnovamento porterà allo sbocco di un nuovo linguaggio, le cui valenze espressive l'autore definisce attraverso l'indicazione di alcune opere, a cui attribuisce un valore seminale: il quartiere Tiburtino (1949-54), il quartiere Valco San Paolo (1949-50), il Tuscolano (1950-52), l'Unità d'abitazione orizzontale (1950-54), le Fosse Ardeatine (1945-49), le palazzine degli anni Cinquanta, fino a giungere al quartiere Corviale (1972-82).

Vi è, quindi, un lavoro sulla coerenza compositiva dei materiali, delle scelte tecnologiche, dei particolari architettonici e costruttivi, delle interpretazioni sociologiche e psicologiche dell’ambiente costruito esistente e storico. I suoi maestri sono Michele Valori, Mario Ridolfi, Carlo Aymonino, Ludovico Quaroni, Giovanni Michelucci, anche se quest'ultimo spazia anche in altre tendenze.

Esempi di ciò sono:
* Mausoleo delle Fosse Ardeatine di: Nello Aprile, Cino Calcaprina, Aldo Cardelli, Mario Fiorentino, Giuseppe Perugini (1949).
* quartiere Tiburtino a Roma, capogruppo Mario Ridolfi e Ludovico Quaroni (1950);
* progetto di M. Valori di un edificio presso il quartiere Tiburtino a Roma (1950);
* quartiere Spine Bianche a Matera (Aymonino, 1951);
* torri INA-Assicurazioni in viale Etiopia a Roma (Mario Ridolfi, 1951);
* rifugio di Franco Albini a Cervinia (1951);
* villa di Ignazio Gardella nella campagna Pavese (1951).
* Quartiere INA-Casa in via Tiburtina di: L. Quaroni, Mario Ridolfi, Carlo Aymonino, Carlo Chiarini, Mario Fiorentino, Federico Gorio, Maurizio Lanza, Sergio Lenci, Piero Maria Lugli, Carlo Melograni, Giancarlo Menichetti, Giulio Rinaldi, Michele Valori (anni'50);
* Quartiere Valco San Paolo di: Mario De Renzi e Saverio Muratori, Eugenio Montuori, Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Fernando Puccioni;
* Quartiere Tuscolano di: Mario De Renzi, Lucio Cambellotti, Francesco Fariello, Adalberto Libera, Saverio Muratori, Giuseppe Perugini, Giulio Roisecco, Dante Tassotti, Luigi Vagnetti (anni '50);
* Unità d'abitazione orizzontale di: Adalberto Libera (anni '50);
* Quartiere IACP Corviale di: Mario Fiorentino, Federico Gorio, Piero Maria Lugli, Giulio Sterbini, Michele Valori (anni '50).

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